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Tiefenbrunner: i due custodi del castel Turmhof

Percorrendo la Strada del Vino dell’Alto Adige da sud, dopo pochi chilometri dalla partenza in quel di Salorno ci si può fermare in una piccola frazione di Cortaccia: l’abitato di Niclara. Qui, tra le dolci colline che anticipano i pendii rocciosi delle Alpi altoatesine, sorge un antico castello che da secoli ospita una cantina prestigiosa, la Schlosskellerei Turmhof Tiefenbrunner.

Andiamo alla scoperta dei due custodi del castello. Immaginando di poter paragonare per un attimo il vino agli scacchi, in queste righe vi presenterò i due pezzi più importanti dell’intera scacchiera, il re bianco ed il re nero.

La prima mossa - naturalmente - per il bianco. Inizia la partita al castel Turmhof uno dei Müller Thurgau più importanti nel panorama italiano e non solo, che si esalta tra questi docili pendii grazie ad un terroir e ad un microclima ideali per la sua coltivazione. Parliamo del Feldmarschall von Fenner Müller Thurgau 2020.

Si tratta di un prodotto eccellente, che merita ampiamente i riconoscimenti che ha raggiunto nel tempo. Naso con sensazioni importanti di pietra umida: le note minerali a tratti richiamano alla mente i grandi Riesling. Seguono sensazioni di frutta essiccata, albicocca e mela verde su tutte, ma anche ricordi citrini. In bocca è molto più complesso di quanto mi potessi immaginare, con la tipica spalla acida del vitigno ottimamente gestita e capace di integrarsi perfettamente ad una struttura minerale intensa e profonda. Un sorso molto continuo e ricco, con il passaggio in legno ad esaltarne le caratteristiche. In uscita regala uno spunto amaricante, un tocco sferzante e deciso, per quello che si conferma essere un grande vino.

La "partita a scacchi" tra i due custodi del castello.

Ora è il turno del nero, chiamato a rispondere alla mossa del bianco. Lo fa scegliendo un vitigno affascinante e sofisticato, che in Alto Adige trova storicamente ampio spazio diventando un vino di grande carattere, capace di tenere alta la bandiera del castello. Parliamo di un Pinot Nero dedicato alla piccola frazione dove sorge la cantina: il Linticlarus Pinot Nero Riserva 2019.

Naso con ricordi netti di frutta rossa del sottobosco e di vaniglia, a ricordare l’affinamento in legno. Pepe, chiodi di garofano, piccole spezie e sentori balsamici. Un vino giustamente complesso. In bocca la mineralità è sopraffina: porta con sé una sapidità intensa ma perfettamente integrata durante l’intero sorso, lasciando ricordi sottili ed eleganti di pepe e spezie. Il sorso, grazie all’affinamento in legno che lo rende godibile e morbido, risulta caldo e delicato, rotondo e suadente. Spalla acida che emerge a fine sorso dando un grandissimo slancio. Struttura più che adeguata per essere un Pinot Nero. Liquirizia in uscita, prima di note leggermente balsamiche. Beva davvero facile e ottimamente bilanciata.

Una partita equilibrata tra due degni custodi del castello. Una cantina affascinante, giustamente molto apprezzata in Italia e all’estero, capace di esprimersi ottimamente sia con i propri prodotti di punta che attraverso le linee intermedie Turmhof, Merus e Anna di cui ho avuto modo di provare - e di apprezzare - il Pinot Bianco, il Sauvignon, lo Chardonnay ed il Pinot Nero. Se vi capita di percorrere la Strada del Vino, una tappa al castel Turmhof è assolutamente doverosa.

P.C.

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