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Roberto Scubla: la simpatia ed i grandi vini sono di casa ad Ipplis

E' una classica giornata di inizio dicembre quella che fa da sfondo alla nostra giornata, con un cielo a specchio tipico dell'autunno ormai inoltrato. Scherzando durante il viaggio, ci tornano in mente altre giornate vinicole che abbiamo trascorso di recente in cui il meteo non è mai stato clemente con noi e con la nostra passione. Questa volta, almeno, si limita a fare freddo e a non esserci un raggio di sole, cosa che ci permette di raggiungere Ipplis senza problemi. L'Azienda Agricola di Roberto Scubla ha sede nella zona meridionale dei Colli Orientali, in cima ad una splendida collina di proprietà dell'azienda a metà strada tra Cividale e Corno di Rosazzo. La strada bianca che ci conduce in cima alla collina rappresenta per noi l'inizio di questa bella giornata in compagnia di Alex, Roberto e dei vini di Scubla.

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La casa contadina ora sede dell'azienda.

Abbiamo avuto modo in passato, ad alcune manifestazioni, di conoscere la disponibilità e la simpatia di Alex, dipendente dell'azienda dal lontano 2000, ormai uomo di casa presso Scubla. E' lui che ci accoglie, con un grande sorriso e scherzando sulle nostre velleità giornalistiche. La storia dell'azienda è presto detta: su questa collina era presente un'attività agricola da molto tempo, di cui una parte era dedicata alla produzione vinicola. Nel 1991 Roberto Scubla, all'epoca dipendente di una banca, stanco di una vita “comoda” ma con poche soddisfazioni decise di applicare i vecchi studi di biologia e di intraprendere un percorso rischioso in quella che è da sempre stata la sua più grande passione, il vino. E' proprio Roberto a raccontarci di come, quando era bambino, fosse affascinato dal mondo del vino. “Probabilmente era destino”, dice con un sorriso sornione ad un certo punto, raccontandoci di come avesse sempre vissuto con dispiacere l'inizio della scuola, che spezzava la magia del lavoro in campagna e della vendemmia. Ora invece può dedicarsi a questa splendida collina coltivata a vite, all'incirca 12 ettari, con diverse peculiarità nel terreno che rendono la viticoltura molto interessante e diversa a seconda delle annate.

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Coltivazione della vite nella proprietà.

Una zona maggiormente argillosa, a valle, è in grado di invasare molta più acqua rispetto alla zona più alta della collina, dove il terreno che si coltiva è la ponca. In cima alla collina Alex ci indica le vigne più anziane, vecchie di quasi cinquant'anni, prevalentemente di Tocai Friulano. Ci spiega come, in linea generale, le piante di Scubla abbiano all'incirca vent'anni e questo ha permesso da qualche anno all'azienda avere una produzione decisamente stabile e piuttosto affidabile da queste viti.

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Le vigne più vecchie di Tocai Friulano e, in lontananza, il bosco.

Proseguendo il nostro giro attorno alla proprietà, ci imbattiamo in uno spazio più aperto, esposto ai venti di Nord-Est. Alex ci spiega come questo fattore sia stato fondamentale per l'azienda, poiché la tettoia su cui vengono messe ad appassire le uve può usufruire degli effetti benefici di questa esposizione, giungendo a risultati ottimali per il vino. Su questi graticci inizia il grande percorso delle uve che diventeranno il Verduzzo Friulano Passito Cratis, il Riesling Passito al Vento (prodotto soltanto in annate selezionate) e, da alcuni anni, le uve utilizzate per il Refosco dal Peduncolo Rosso.

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La tettoia esposta al vento di Nord-Est e i graticci utilizzati per appassire le uve.

Parlando di vini, Alex ci conduce all'interno dell'azienda, dove avviene la magia. I macchinari utilizzati sono i più semplici possibili, pur essendo tecnologicamente avanzati, e sono finalizzati principalmente a salvaguardare al massimo la materia prima, in una logica di produzione di qualità. Ciò non toglie che l'ingegno umano sia sempre messo alla prova: ne è un esempio il sistema ideato per innestare la fermentazione delle uve di Verduzzo Friulano che diventeranno, dopo due anni di evoluzione e affinamento in barriques francesi, il celebre Cratis. La linea base dei vini di Scubla è una linea vocata al raggiungimento della massima qualità possibile senza snaturare le qualità varietali dell'uva. I vini bianchi e i vini rossi che vengono prodotti da Roberto Scubla, con il contributo dei sapienti consigli di Gianni Menotti, sono tutti vini in purezza a cui vengono affiancati l'uvaggio bianco Pomedes e l'uvaggio rosso Rosso Scuro. Per quanto riguarda i vini bianchi, essi maturano ed affinano esclusivamente in acciaio. I vini rossi invece subiscono un processo di fermentazione delle uve a contatto con le bucce, un periodo di affinamento in legno (barriques e tonneau) per quello che Roberto definisce “il tempo sufficiente”, a cui viene fatto seguire un periodo di sosta in acciaio.

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Un collage di diverse zone della cantina; acciaio, legno e l'ingegnoso sistema utilizzato per il Cratis.

La nostra visita procede, per poi concludersi, con la degustazione di alcuni prodotti di Roberto e con una chiacchierata a tavola tra noi, il sempre simpaticissimo Alex, il creatore di tutto questo meraviglioso mondo Roberto ed una presenza femminile di grande esperienza e capacità, di professione sommelier, capitata per impegni lavorativi in azienda. Proviamo il Pinot Bianco 2014, annata per molti nefasta, ma che dimostra ancora una volta le grandi capacità di chi ha saputo trarre il meglio da quel contesto. Si discute sul ruolo che sta avendo il Pinot Bianco, sicuramente il più elegante e delicato dei tre fratelli, spesso soppiantato dal più comune Pinot Grigio. Questo prodotto risulta a nostro avviso essere uno splendido esempio di Pinot Bianco, di cui avremo modo di riparlare in futuro. La naturale evoluzione di questo prodotto, secondo Roberto, è l'uvaggio Pomedes, degustato in edizione 2013, decisamente più complesso grazie ad un passaggio in legno di circa otto mesi. Composto da uve pinot bianco, friulano e riesling, è senza discussione uno degli uvaggi più particolari che il panorama vitivinicolo friulano presenta e, sia per l'audacia che per il grande livello raggiunto, è uno dei prodotti più in voga e più di frequente premiati di quest'azienda. Il Pomedes si presenta con un naso affascinante, dove si distinguono note fruttate che spaziano dalla mela rossa alla frutta estiva matura, come la pesca. In bocca evidenziamo, tra i numerosi pregi, una buona acidità e, nel finale, la gradevole sensazione tipica del riesling. Proviamo quindi il Refosco dal Peduncolo Rosso, frutto di un vitigno a bacca rossa autoctono che rivela, anche in questo caso, la bontà del lavoro di Scubla. Roberto ci spiega come esso sia un esperimento, lievemente appassito per renderlo più morbido ed intrigante senza rinunciare alla tipicità. In conclusione, l'uvaggio rosso di punta aziendale, il Rosso Scuro, di cui abbiamo accennato in precedenza. Composto da uve merlot e refosco, si distingue per potenza ed eleganza, unite ad un tannino morbido molto intrigante e ad un finale molto lungo e persistente.

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