La vita umana è fatta di percorsi, di strade, di profumi, di colori e di ricordi che segnano il percorso di ognuno di noi. I colori ed i profumi del Collio, ad esempio, ci hanno da sempre affascinato in un modo unico ed impetuoso. La forza che queste colline sembrano esprimere la si può ritrovare nelle persone che abitano questi luoghi, gente umile, genuina, legata alle tradizioni e al proprio lavoro. E’ proprio in una di queste famiglie che ci siamo infiltrati oggi, ospiti di un’azienda meravigliosa quale è “Il Carpino” di Ana e Franco Sosol.
Percorrendo le inerpicate strade che dall’isontino arrivano in cima alle colline di Oslavia, troviamo l’azienda proprio a cavallo tra Oslavia e San Floriano del Collio. La vista da quassù è da mozzare il fiato: attorno a noi susseguono filari e vigneti, abbarbicati su colline dai pendii più ripidi di quelli che siamo abituati a trovare nella zona del cormonese o nei Colli Orientali. Le Alpi Giulie fanno da contorno a questo meraviglioso paesaggio, con alcune cime ancora imbiancate dalle recenti nevicate.
La giornata, come spesso ci capita, non è delle migliori: fredda, umida, poco indicata alla vita all’aria aperta. La soluzione migliore ce la propone Franco Sosol il quale, nell’accoglierci, ci invita subito a visitare la cantina. Il Carpino è un’azienda che ha visto la luce alla fine degli anni Ottanta, quando Franco ed il suo suocero hanno intrapreso questo percorso. Ad oggi, Il Carpino è una realtà affermata nel panorama regionale ed internazionale, dove porta con successo la propria filosofia di produzione in realtà lontane come, tra le altre, la Russia, la Cina ed il Giappone.
La cantina è grande ed accogliente, molto curata nella scelta dei macchinari e delle botti. La filosofia de Il Carpino è molto chiara, i vini devono nascere in vigna, laddove per Franco è molto importante l’esperienza di chi presta la propria manodopera per le potature e la cura delle piante. Equilibrio è la parola chiave per Franco, poiché è impensabile coltivare delle buone uve da piante stressate da troppi prodotti chimici o da tecniche alternative dettate dalle mode del momento.
La vigna deve mantenere una propria identità che viene data dalle caratteristiche del territorio in cui cresce e si sviluppa. Il terreno principe ad Oslavia è la ponca, marna arenaria di origine antichissima che è data dal sollevamento di antichi fondali marini i quali conferiscono tuttora la grande spinta minerale e sapida tipica dei vini del Collio. Altri vigneti di proprietà dell’azienda crescono su terre argillose, mentre un vigneto di uve Merlot si sviluppa su terreni pianeggianti.
Una volta vendemmiate, le uve arrivano il più velocemente possibile in casa, dove inizia il lavoro di cantina. Tutti i vini vengono prodotti seguendo una filosofia il più possibile naturale, sia per quanto riguarda i prodotti della linea base “Vigna Runc” che le selezioni “Il Carpino”. Tutte le uve subiscono delle macerazioni, variabili a seconda delle esigenze e del vitigno, di circa una notte per i vini che si affineranno in acciaio e di un periodo più lungo per quanto riguarda le uve che comporranno le selezioni.
La linea “Vigna Runc” è la linea base dell’azienda, più immediata e profumata, con grandi capacità di invecchiamento. Essa è composta da uve provenienti da vigneti più giovani che non potrebbero rendere al meglio se affinati in legno. La vinificazione avviene quindi completamente in acciaio. La linea è costituita da Ribolla Gialla, Malvasia, Friulano, Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon e Merlot.
La linea selezione “Il Carpino” è sicuramente una tra le più affascinanti nel panorama regionale e non solo. I vini, che subiscono lunghi processi di macerazione per estrarre dalle bucce tutte le peculiarità e le caratteristiche tipiche, affinano in botti di rovere francesi o di Slavonia a seconda delle esigenze. I vini non subiscono filtrazione quando vengono imbottigliati.
Costituiscono questa linea la sempre splendida Ribolla Gialla, la regina delle uve di Oslavia, una Malvasia, uno Chardonnay, un Sauvignon e tre monovitigni dal nome intrigante: il Vis Uvae (Pinot Grigio ramato), l’Exordium (Friulano) ed il Rubrum, un Merlot pregiatissimo che viene prodotto soltanto quando l’annata è eccezionalmente valida, al punto che l’ultima edizione risale al 2007. La linea dei vini rossi, in assenza del Rubrum, viene completata dal Rosso Carpino, un taglio bordolese.
Il percorso degustativo che ci viene proposto è figlio di un grande rispetto per la propria terra e la natura, capace di regalare vini di enorme personalità e dalle caratteristiche uniche, figli della grande tradizione e della grande esperienza della famiglia Sosol.
Friulano Vigna Runc 2014: all’analisi olfattiva risulta estremamente tipico, territoriale, con una forte sfumatura vegetale che si unisce alla perfezione ad una striatura minerale lieve ma percepibile. In bocca questo Friulano paga leggermente l’annata pessima, che ha impedito la completa maturazione dell’uva. L’acidità si percepisce, tuttavia non risulta eccessiva e non porta a rivalutare in alcun modo un vino molto fresco, capace di stupire per l’agilità e la tipicità. Il finale amaricante è deciso ed intenso, a dimostrare come questo prodotto abbia una personalità tutta sua e che, grazie all’acidità elevata, potrebbe svilupparsi ulteriormente negli anni a venire.
Friulano Exordium 2011: Friulano macerato e non filtrato che si presenta con un colore deciso ed intenso, con sfumature dorate davvero splendide. Il naso ricorda molto la frutta disidratata, come l’uvetta sultanina, e altre sfumature di pasticceria e di crema. Un prodotto meraviglioso, che in bocca si esalta grazie ad una mineralità sferzante e ad un finale estremamente tipico del vitigno. L’aspetto intrigante e significativo, che dimostra la grande attenzione ai dettagli e alla qualità de Il Carpino, è proprio questo: i vini della linea selezione mantengono una tipicità ed una freschezza sublimi nonostante il processo di macerazione e l’imbottigliamento senza filtrazione.
Malviasia Vigna Runc 2014: al naso si percepiscono note tipiche della Malvasia, ricordi floreali e quella nota amaricante in uscita, ben amalgamate ad una striatura minerale che anche in questo caso aumenta la personalità del prodotto. In bocca risulta decisamente continuo e molto fresco, intrigante, tuttavia paga un’acidità ancora da smussare e che ci fa pensare ad prodotto leggermente sottotono a causa dell’annata, ma che anche in questo caso potrebbe riservare delle sorprese splendide per il futuro, quando tra qualche anno l’acidità avrà permesso al vino di conservarsi in maniera ottimale e sarà scesa di intensità.
Malvasia Il Carpino 2011: vino di cui avevamo soltanto sentito parlare prima di poterlo degustare, risulta uno dei migliori in assoluto dell’intero percorso. Prodotto di grande spessore, capace di riempire la bocca con una sensazione di grassezza davvero ottima. Leggermente mielata al naso, capace di avvolgere magistralmente il palato e dotata di un finale estremamente complesso, a tratti morbido ma equilibrato da una spiccata nota amaricante di fondo.
Pinot Grigio Vis Uvae 2011: il Vis Uvae è una meravigliosa conferma di un precedente assaggio, dove abbiamo osato definirlo uno degli esempi più autentici e veri di cosa dovrebbe essere un Pinot Grigio ramato. Un prodotto che si presenta con una colorazione tipica, ma non particolarmente intensa come ci è capitato di osservare in altri casi. La macerazione ha estratto tutte le peculiarità del vitigno in maniera eccellente e in misura perfettamente equilibrata, permettendo un vino che in bocca risulta agile e snello, tipico e ricco grazie alla striatura minerale della ponca di Oslavia e alla chiusura amaricante ma eterea del Pinot Grigio. Un prodotto di vero pregio.
Chardonnay Il Carpino 2003: iniziano qui le soprese e, credeteci, non sarà questa l’unica. Chardonnay invecchiato che è uno spettacolo per gli occhi, per il naso, per la bocca e soprattutto per lo spirito. Uno di quei piccoli piaceri che la vita sa regalare, un vino frutto di un’annata particolarmente calda che ci ha regalato un momento di grande emozione. In bocca riesce a mantenersi incredibilmente snello e fresco nonostante l’età, ma il vero punto di forza è l’armonia che regna in questo calice. L’equilibrio incredibile tra le note minerali e quelle morbide accompagna verso un’uscita lunghissima, con ricordi di frutta estiva sciroppata, crema e pasticceria. Delicatissimo e al contempo dotato di una sferzante personalità.
Ribolla Gialla Il Carpino 2011: un vino che è un’istituzione qui ad Oslavia e presso la famiglia Sosol. Un vino che abbiamo avuto modo di degustare in diversi contesti e che è sempre in grado di stupirci e di regalarci nuove riflessioni. Abbiamo avuto modo di provarlo da solo, con i biscotti, con il pesce, dopo un calice di Rubrum, ora in un ambito degustativo persino più ampio. La Ribolla Gialla de Il Carpino è la vera regina indiscussa di questo percorso, in tutte le sue accezioni. Se è vero che la Ribolla è un vitigno che può dare quello che può dare, ecco che questa de Il Carpino raggiunge dei picchi di meravigliosa fragranza e personalità. Il tannino si conferma una volta ancora come un fattore chiave per la buona riuscita di questo genere di Ribolla.
Merlot Rubrum 2007: il discorso per il Rubrum è molto particolare, perché viene prodotto con una frequenza così esigua che subito si percepisce che ci si trova al cospetto di uno dei vini più pregiati che la nostra regione possa offrire. All’analisi olfattiva le note classiche del Merlot sono presenti, con un ricordo di frutta rossa carnosa che emerge, ma spiccano anche note più “verdi”, come il sentore di peperone. In una magica commistione, si possono notare anche sensazioni di cacao e di caffè, presenti sia al naso che in bocca, dove risulta ricco e corposo senza perdere nemmeno per un momento in agilità e freschezza. Prodotto degustato ancora giovane, poiché le potenzialità di invecchiamento sono enormi, ma già in grado di potersi distinguere tra i migliori vini rossi del Friuli Venezia Giulia.
Cabernet Sauvignon 2011 (non in commercio): le sorprese continuano quando Franco apre una bottiglia priva di etichetta. Accettiamo di buon grado il gioco del provare ad indovinare di che cosa si tratti, pur senza riuscirci. Dopotutto, era quasi impossibile! Cabernet Sauvignon, un esperimento nell’accezione più totale e completa della parola, fin dalla vendemmia volutamente tardiva per dare il là a sensazioni di appassimento che si possono riscontrare sia al naso che in bocca. Emergono sensazioni di fragola e ribes al naso, che si uniscono poi in bocca ad un ingresso morbido e ad un finale asciutto, ma dotato di tannini incredibilmente setosi e delicati. In persistenza, finalmente, si può intuire una nota di peperone che ci fa ricordare il vitigno con cui è stato prodotto. Una sfida inaspettata, ma un vino davvero emozionante, che stimola il palato e invoglia a berne un altro calice.
Ribolla Gialla Somnus 2009 (non in commercio): la storia della Ribolla nella famiglia Sosol non finisce mai di stupire. Ana ci porta una bottiglia di Somnus, un “sogno” come viene definito nel packaging aziendale. Il tentativo di produrre una Ribolla passita, al fine di ottenere un vino dolce, venne fatto interamente a mano nel 2009, dalla vendemmia all’imbottigliamento. Il vino è completamente diverso dalla Ribolla Gialla della linea Il Carpino, con nette sensazioni di frutta secca quali la mandorla e la nocciola tostata. L’ingresso è quasi morbido, tuttavia Franco ci spiega che il residuo zuccherino è sparito completamente durante la vinificazione, risultando in un vino più tradizionale. Il finale è dotato di un tannino che ricorda molto da vicino quello di un grande vino rosso.
Ci congediamo, consapevoli di essere stati ospiti di gente unica. La famiglia Sosol ci ha ospitati con una simpatia ed una genuinità davvero invidiabili. Ciò che non si può mai dimenticare quando si incontrano i vignaioli di queste zone è che la terra dove sono nati, cresciuti e hanno posto le radici per le proprie attività e le proprie famiglie è un suolo sacro, capace di regalare grandissime gioie a chi è disposto a sacrificarsi e a dedicarsi assiduamente ad essa. Non fa eccezione Il Carpino, azienda legata a doppio filo al terreno di Oslavia. Auguriamo a loro e alle persone che lavorano in stretto contatto con Ana e Franco il meglio per il loro futuro e quello dell’azienda.
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